Non so se è l’avvenuto raggiungimento di una ragguardevole età, o una variante patologica e cronica del cosiddetto senno di poi, ma sempre più spesso mi capita di guardarmi indietro e vedere con chiarezza decine di occasioni mancate, treni persi, rigori a porta vuota sbagliati o nemmeno calciati. Perchè? A volte per stolta disattenzione, ovvero non contezza di avere davanti una scelta dalle possibili gradite conseguenze. A volte per eccessiva prudenza, quando non codardia rispetto al possibile cambiamento. Insomma, è come se mi accorgessi solo adesso di essere sempre stato ad un passo da più possibili (e sperati) obiettivi, ma di non avere mai fatto quel passo.
Adesso però la vorrei smettere, con questo lavorio autocritico che altro non fa che deprivare la mia già risicata autostima. E dedicarmi a un’altra missione. Voglio scoprire cosa c’è che mi sto perdendo adesso, in questo momento, perchè ci sarà sicuramente qualcosa come è capitato che ci fosse in passato, e questa volta non lo voglio individuare solo quando non sarà possibile che rimpiangerlo. Detto così sembra pure facile. Chissà.
Sembra sempre tutto evidente e facile, dopo.
Non so se sia possibile “imparare” a buttare il cuore oltre l’ostacolo.
Facci sapere, io prendo appunti.
ti terrò aggiornata 🙂
Io ho imparato una cosa: ogni volta che stavo a pensare alle occasioni perse, mi stavo distraendo e ne stavo perdendo una nuova.
Ci sono state due o tre occasioni che si potrebbero mettere in uno sketch comico.
Le prime volte va bene anche recriminare, serve a darsi una svegliata, ma poi meno ci si rimprovera e meglio è. Un abbraccio.
esatto, è proprio quello che intendevo.
a presto