C’è un tizio che si chiama Simone e fa il cantante. Alcuni (quelli che si limitano a ricopiare i comunicati stampa della sua label, suppongo) lo accreditano come "il nuovo Vasco Rossi" (anvedi). Bene, venerdì sera, mentre gironzolavo per una festa dell’unità al fine di digerire il tris di minestre, mi sono trovato il suddetto sul palco dei concerti rock e, con sprezzo del pericolo, ho assistito alla sua performance. E’ stato qualcosa tra l’imbarazzante e l’agghiacciante. Passi la musica, rockettino orecchiabile per un target adolescenziale (ma talmente privo di guizzi che al confronto i lunapop sembrano le mothers of invention); ma i testi sono qualcosa che si avvicina a un crimine contro l’intelligenza. Luoghi comuni giovanilistici, saggezza da baci perugina, rime baciate da poesia dedicate alla compagna di banco in seconda elementare: se conoscete un sedicenne che abbia questo manichino come modello, mandatelo in vacanza in montagna. A mungere le mucche ai pascoli alti.

Hanno demolito il cinema Apollo. Tabula rasa. Hanno demolito il cinema dove potevi abbonarti a 8 film (e che film) per 8000 lire (1000 lire cadauno: nel 1992, non nel neolitico). Dove l’intervallo durava mezz’ora per permettere al pubblico di consumare le pizzette e i bomboloni caldi portati dal fornaio all’angolo. Dove il pavimento dell’atrio crollò sotto il peso di chi voleva entrare a vedere "Kamikazen – ultima notte a Milano" (a me andò bene: vidi il primo spettacolo e me ne andai poco prima del crollo). Cosa ci rimane, ora? Tante moderne multisale. Con lo stesso film in ogni sala.

"Ho preso la patente a 23 anni e quand’è scaduta nel ’67 non l’ho più rinnovata perchè non volevo starmene in fila ad aspettare che un tizio con un QI di meno 15 giudicasse il mio test".
(Frank Zappa)

Mi viene detto che sono di nicchia, il che risponde abbastanza al vero. Vorrei però sfatare alcuni luoghi comuni: chi pensa alla nicchia, per assonanza ed effettiva parentela etimologica con il verbo rannicchiarsi, pensa ad un luogo angusto e scomodo. In realtà le nicchie sono ambienti piccoli ma accoglienti ed intimi. E’ il loro punto di forza è di essere poco affollate e relativamente ben frequentate. E io amo queste cose.

alcune tv locali dell’emilia paranoica diffondono quotidianamente una  trasmissione intitolata "Liscio come l’olio", dedicata perlappunto al ballo liscio. La conduce un pacioso signore sulla cinquantina, che tra un videoclip e l’altro (tutti ipertrash, lo dico per gli amanti del genere) snocciola dediche e richieste e programmazione delle balere del circondario. A cavallo dell’ora di pranzo, però, c’è la vera chicca della trasmissione: la rubrica "Boulevard Nostalgia", in cui il conduttore manda in onda filmati d’epoca dei suoi idoli di gioventù: Doors, Deep Purple, Led Zeppelin, Genesis, Emerson Lake & Palmer ecc. ecc.
Concludo con una raccomandazione (guardatelo, se lo captate) e una riflessione (evidentemente il rock è la musica del passato, e il liscio quella del presente. da giovane credevo fosse il contrario.)

Qualcuno ricorda/ascolta tuttora/si strugge di nostalgia per gli Scisma?
(Sì, loro: Paolo Benvegnù, Sara Mazo, Michela Manfroi, Giorgia Poli, Giovanni Ferrario, Danilo Gallo. E m’illumino di plexiglass.)